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Il Grande Match - Recensione

08/01/2014 | Recensioni |
Il Grande Match - Recensione

Stallone contro De Niro, sul ring, ancora una volta. Due divi, due icone, due simboli del cinema, soprattutto due volti legati a due mitici boxeur del grande schermo. 
Il grande match vede i due grandi attori sfidarsi di nuovo nei panni di due ex pugili, rivali da sempre, che si fronteggiano in un ultimo epico scontro.
Henry “Razor” Sharp (Sylvester Stallone) e Billy “The Kid” McDonnen (Robert De Niro) sono due pugili di Pittsburgh famosi per la loro accanita rivalità. Ai tempi d’oro, ognuno di loro aveva vinto un match nei loro scontri diretti, ma nel 1983 alla vigilia del loro terzo e decisivo incontro, all’improvviso Razor aveva annunciato il suo ritiro senza dare una spiegazione ma dando il colpo definitivo alla carriera di entrambi. Trent’anni dopo, il promoter di pugilato Dante Slate jr. (Kevin Hart), intravedendo la possibilità di fare soldi, fa ai due ex pugili una proposta allettante: tornare sul ring per regolare la partita. Già dopo il primo incontro, in occasione del lancio di un videogame ispirato alla loro rivalità, i due finiscono per scontrarsi. La buffa rissa tra i due viene ripresa e finisce in rete diventando subito un video virale con milioni di visualizzazioni. La pubblicità dei social media trasforma il loro match in un evento imperdibile per la rete televisiva HBO.
Ormai sembra diventata una moda riunire sul grande schermo grandi star in età da pensione che tornano più arzilli che mai in commedie in cui si prendono gioco della loro età avanzata.
Dopo I mercenari (numero 1 e 2), Red (anche qui con relativo sequel), per non parlare dei quattro “vecchietti” della commedia Last Vegas (di imminente uscita), ecco sfidarsi in un ring un Jake La Motta dal fisico non più tonico e un Rocky Balboa un po’ imbolsito.
A dire il vero, già lo scorso anno Stallone era tornato a scazzottare (accanto nientemeno che a Schwarzy) nel prison movie Escape Plan – Fuga dall’inferno, ma ora fa di più, tornando a indossare i guantoni per il tanto atteso ‘Grudgement Day’. Certo, se da più parti si è parlato di “fantasmi anziani” di Rocky Balboa e Jake La Motta, è anche vero che questa volta si tratta di puro intrattenimento leggero leggero e niente più.
Il grande match è una commedia tutto sommato piacevole, almeno nella prima parte, perché capace di spingere sul pedale dell’ironia, giocando sulla resistenza di due “vecchi” al mondo moderno e ai suoi nuovi media e presentando un’inedita e tardiva sfida tra Rocky e Toro Scatenato. A questo proposito si può parlare di Crossover Cinematografico Puro e cioè un crossover tra icone cinematografiche vere e proprie e non provenienti da fumetti o videogiochi.
Nell’incontro tra vecchie glorie, la partita (di recitazione) finisce in parità (anche se il match vero e proprio no, ma non vi riveliamo il finale del film) con i due divi capaci di dosare talento e autoironia. Anche se, a onor del vero, mentre per Sly restare in forma è un vero stile di vita, per Bob si è trattato di un impegno fisico notevole (l’attore è arrivato a perdere ben 16 kg).
Alla fine dei giochi, Peter Segal, regista specializzato in commedie (ha diretto L’altra sporca ultima meta, 50 volte il primo bacio, Terapia d’urto, Una pallottola spuntata 33 e 1/3 – L’insulto finale) ha fatto quello che poteva e voleva, un 'divertimento' puro per nostalgici e non (non esente da qualche cliché come il bambino buffo e tenero o il sempre valido ‘conto in sospeso’ da saldare), in cui due grandi star strizzano l’occhiolino ai miti che hanno contribuito a creare. Ad aggiornare la vecchia sfida al terzo millennio, una rissa con tute interattive ‘motion capture’ (che vede agire persone reali e i loro avatar) che finisce su YouTube e diventa virale.
Ad affiancare i due divi, dei comprimari di tutto rispetto, a cominciare da Alan Arkin (perfetto nel ruolo di Louis “Lightning” Conlon ex allenatore di Stallone), passando per una Kim Basinger ancora splendida (nei panni della donna contesa tra i due ex campioni in gioventù e causa scatenante di un’acredine trentennale), fino a uno scoppiettante Kevin Hart (uno dei più famosi comici statunitensi) nel ruolo di un promoter di boxe affamato di soldi e successo.

Elena Bartoni 
 

 


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